Sono Daniele Faenza, laureato presso l'università degli studi di Milano-Bicocca e consulente finanziario monomandatario da 2013.

Nel 2005, dopo essere diventato perito aziendale, avevo alcune certezze: non ero un bravo scrittore, sentivo di poter sopravvivere con il mio inglese e che il turismo come lavoro non faceva assolutamente per me.

È stato all'università, negli studi di economia e commercio, che pensavo fossero la continuazione naturale del mio percorso di studi. Questo nuovo capitolo mi ha avvicinato a ciò che sembrava essere la mia vera vocazione nel mondo finanziario. Il mondo dei numeri e delle formule mi stimolò in modi che né il turismo né la letteratura erano riusciti a fare. Ma è solo all'ultimo anno di studi, durante una lezione di politica monetaria, sull'orlo di completare un altro capitolo accademico, che ho avuto la rivelazione: volevo diventare un consulente finanziario.

Ho realizzato che il ruolo di consulente finanziario combinava elementi di tutto ciò che avevo imparato: l'importanza del linguaggio e della comunicazione, l'analisi critica dei problemi aziendali e la capacità di navigare nel complesso mondo dell'economia. Più di tutto, però, ho capito che la consulenza mi offriva l'opportunità di mettere al servizio degli altri le mie competenze, elemento base della mia indole. “Consigliare” mi viene naturale.

Dopo un anno di disoccupazione, che ho vissuto con un mix di frustrazione e speranza, ho finalmente trovato la mia strada in un'azienda di consulenza che, negli undici anni successivi, ha saputo tirare fuori il meglio di me. Partendo da "beginner", grazie a una formazione sia commerciale che tecnica, sono cresciuto in maniera inaspettata. Oggi, un po' a sorpresa anche per me stesso, mi ritrovo ad essere sia formatore che reclutatore. La mia trasformazione da "timido e pessimo scrittore" a "speaker da palco e blogger", capace di gestire un importante portafoglio clienti, rappresenta non solo un cambiamento professionale ma anche personale.